La Felflitzerkeusche
e la sua storia
La storia del borgo Aschbach am Frankenberg sopra Rennweg inizia nel Medioevo. Una potente roccaforte sovrastava il borgo già nel XII secolo, le prime cascine sorsero nel XV secolo. Villa Napoleone viene nominata in alcuni documenti dell’inizio 1700 con il nome “Felflitzerkeusche”.
La casa fu costruita nel tipico stile locale Einhof, che univa casa e fienile sotto lo stesso tetto, attorno al XIII o XIV secolo. La posizione strategica sulle vette di Aspach (oggi Aschbach) era conosciuta già in tempi antichi, giacché sul versante occidentale del monte Frankenberg si trovava una roccaforte a difesa del valico. La casa sorge su una strada romana ben conservata, che attraversava Frankenberg e Laußnitz e conduceva a Salisburgo. Originariamente la casa apparteneva a Otto von Chaetz, il patrono della valle del Katschtal, la regione circostante.
I Chaetzer (Katscher) vennero menzionati per la prima volta nell’anno 1123; erano facoltosi proprietari terrieri del Katschtal, a loro apparteneva anche il Castello Rauchenkatsch. La loro fortezza, il “Castrum Chaetze superius” (castello Oberkatsch) è andato perduto, probabilmente si trovava nella zona di St. Peter o sul versante occidentale del Monte Frankenberg, in passato forte romano. Il castello probabilmente venne distrutto o messo alle fiamme e le pietre vennero riutilizzate per costruire le fattorie circostanti.
Il 3 Ottobre 1351 Otto Chaetzer, und potente feudatario e vassallo dell’arcivescovo scrisse, con il consenso del figlio Guglielmo, le sue ultime volontà, sopravvissute non solo su carta fino ai giorni nostri: con esse donava cinque acri delle sue proprietà ad Aspach, una piccola contea nella zona circostante Chrembs (il ruscello di Krems) e riconosceva un canone annuale alla chiesa di Chaetz e alla chiesa di St. Georgen. Al figlio Gugliemo assegnò il canone di Aspach assieme al versamento della decima, a suo cugino Liebhard la casa di St. Peter, al cugino Guglielmo una magione a Sumereck. Da allora i proprietari della residenza Aschbacher dovettero pagare ogni anno tributi alla chiesa.
Secondo l’urbario, l’inventario dei beni della chiesa di Katschtal nel 1522 c’erano almeno due case ad Aschbach (in cui vivevano I Genser e gli Aspacher) in cui proprietari pagavano regolarmente il canone alla chiesa sotto forma di prodotti della natura (frumento, segale, avena, agnelli, pollame) e che probabilmente dovevano lavorare i latifondi. Intorno al 1595 le due case vennero acquisite da due stirpi del casato Aschbacher. Si presume, sebbene non sia stato ancora possibile comprovarlo, che entrambe le stirpi avessero un antenato comune, che suddivise il lascito tra i suoi due figli maggiori, Christoff (Stoffbauer) e Martin (Mörtenbauer).
Negli archivi sono stati trovati documenti sul domicilio degli Aspacher o Aschbacher (nomi tramandati: Sebastiano, Adam, Cristoforo, Giuseppe, Giorgio, Pietro, etc.) in una delle due case già dal 1500; per quanto riguarda la casa di Mörtenbauer invece (nella quale nel 1598 viveva ancora Giorgio Aspacher), essa adottò per oltre 250 anni (circa otto generazioni) il nome della famiglia Rauter (Nomi: Martino, Andrea, Giuseppe, Giovanni, etc.); questo avvenne in concomitanza con il matrimonio nel 1641 di Maria Aspacher con Christian Rauter e successivamente passò ai Ramsbachers, un altro clan esteso.
Così un giorno la Felflitzerkeusche sorse dalla suddivisione di cascine. Il primo proprietario, che potrebbe aver dato alla casa l’attuale struttura Einhof attorno al 1700, si chiamava Giorgio Planckh. Sua figlia Elisabetta (nata nel 1732) rilevò la proprietà nel 1757, dopo il matrimonio con Melchior Frankenberger. Melchior proveniva dal borgo Wastlbauer di Frankenberg, a nord di Aschbach e succedette al suocero nell’eredità della casa, che all’epoca era passata al Collegio Mariano del Conte Lodron di Salisburgo.
I Frankenberger abitarono la casa per oltre due secoli fino al 1992 ed erano per lo più fattori, fabbri e mercanti. L’ultimo di loro - Georg Frankenberger – non ebbe figli: la dinastia si estinse con l’ottava generazione.
Un monumento protetto
Secondo la Soprintendenza per i Beni Architettonici, la the Felflitzerkeusche rientra nella tipologia dell’edificio compatto “Einhof” della Carinzia del XVIII secolo. L’annesso nella parte inferiore risale al 1798. A seguito di una ricognizione sull’architettura rurale in Carinzia, la casa venne dichiarata Monumento Nazionale nel 1992 – soprattutto per il granaio originale conservato nella parte superiore della casa (ora camera matrimoniale).
All’epoca dell’acquisto da parte dei nuovi proprietari nel 2004, la casa era fortemente trascurata. A parte l’isolamento del tetto condotto nel 1998, nella casa non erano state effettuate riparazioni; il pavimento era stato rovinato dall’umidità, nelle pareti c’erano infiltrazioni, si prospettava un lungo lavoro di restauro. Grazie alla dedizione e all’impegno della nuova proprietaria, il progetto venne iniziato – con l’obiettivo di mantenere l’autenticità che contraddistingue la struttura originale storica della casa.
L’arrivo di Napoleone in Carinzia
Il nome attuale, comunque, nasce da una ragione differente: durante i lavori di ristrutturazione nel 2004/2005 vennero scoperti dei disegni originali del periodo francese, spiegazzati e sbiaditi, nascosti in una trave di legno. Questi disegni a colori ritraevano soldati francesi, falegnami e contadini della valle del Katschtal.
Nel corso delle ricerche si scoprì che l’invasione francese era avvenuta poco prima della costruzione della seconda parte della casa, annessa nel 1797, e che Napoleone stesso era entrato a Klagenfurt il 30 Marzo dello stesso anno. La seconda occupazione da parte delle truppe francesi avvenne nel 1801 e durò diversi anni. Si presume che le truppe avessero alloggiato qui e occupato un territorio corrispondente a tutta la valle Katschtal.
Attraversando l’Italia settentrionale le armate di Napoleone conquistarono la Carinzia diverse volte, dando spesso del filo da torcere alle truppe austriache dell’imperatore Francesco I. Durante le guerre francesi del 1797-1813 la Carinzia venne saccheggiata pesantemente; fame, malattie, morte e distruzione erano ovunque.
A seguito del Trattato di Schönbrunn del 1809 il regno degli Asburgo perse i suoi domini sul mare e Napoleone costituì le “Province Illiriche” con capitale Lubiana, che comprendevano parte del Tirolo (la Val Pusteria) e della Carinzia; Trieste, la Carniola, la contea di Gorizia e Gradisca, il litorale croato a sud del fiume Sava, l’Istria, la Dalmazia e Ragusa. Dal 1811 la Carinzia settentrionale divenne dominio politico del regno “Illiria”, e i borgomastri dovettero giurare fedeltà all’imperatore Napoleone. L’amministrazione venne modernizzata e istituita parzialmente in lingua francese. Molti termini tedeschi come gendarmerie (polizia), plafond (soffitto) o caleche (calesse) vennero adottati dal francese in questo periodo.
I disegni scatenarono numerose speculazioni. Rennweg venne presa dall’armata francese, fu Napoleone stesso a guidare l’armata? L’esercito aveva bisogno di viveri, ci furono scontri? Che impatto ebbero gli anni dell’occupazione sulle vite semplici di contadini e artigiani? Chi fece i disegni, cosa voleva trasmetterci? Dove e come riuscirono a nascondersi i disertori? Chi è la misteriosa bellezza ritratta nel dipinto a olio? Molto è stato scoperto, molto purtroppo è andato perduto… ma la memoria storica di quest’epoca rimane viva.
L’orologiaio del generale
Nel 1776 scoppiò un epidemia di vaiolo. Non esistevano vaccini, il piccolo Pietro Lechner da St. Peter am Katschberg la contrasse e perse la vista. Compensò la perdita acuendo il senso del tatto: già a sei anni era in grado di smontare e rimontare perfettamente un orologio da taschino da solo. Incredibilmente dotato, il bambino cieco apprese il mestiere di orologiaio da Pietro Sedlmayer, orologiaio di professione oltre che maestro, organista e sacrestano.
All’età di 20 anni Lechner progettò l’orologio del campanile di St. Michael am Katschberg, ragion per cui nel 1797 venne chiamato a Villach per riparare l’orologio del campanile locale. Il giorno dopo il suo arrivo le truppe francesi marciarono sulla città. Per ragioni di imposte un commerciante di nome Tomanelli e il generale francese Rusca ebbero una disputa che sfociò in una colluttazione. Nella lotta l’astrolabio di Rusca, che questi portava al polso, si ruppe. L’astrolabio era parte di un orologio che doveva mostrare al superstizioso generale quali ore fossero propizie e quali infauste.
Il generale si infuriò al punto da condannare il commerciante a morte. I cittadini di Villach chiesero a gran voce la grazia e il generale accettò, a condizione che il suo astrolabio venisse riparato durante la notte. Nessuno volle accettare l’incarico, il destino del commerciante sembrava segnato.
Il popolo si ricordò di Pietro Lechner, che per lavorare non aveva bisogno di luce. Pietro si mise subito all’opera e riuscì a riparare l’orologio, restituendolo al generale alle 5 di mattina. La vita di Tomanelli era stata salvata. Abbondantemente ricompensato, Lechner tornò alla valle del Katschtal, dove morì nel 1827, a 51 anni, dopo una vita dedicata alla progettazione di orologi e mulini.
I primi francesi nel Katschtal
La prima occupazione della valle del Katschtal da parte delle truppe francesi avvenne l’8 aprile 1797; quasi ogni fattoria venne occupata da una truppa, alla quale si doveva dare vitto e alloggio.
Il vitto includeva anche bibite alcoliche come birra, vino e grappa. I francesi premevano sui giovani locali perché si arruolassero, questi ultimi tentavano in tutti i modi di evitarlo – nascondendosi o travestendosi da ragazza.
La casa Mühlbacher del paese Mühlbach venne utilizzata come dogana francese; tutti i beni provenienti dal nord dovevano venire dichiarati qui. Il vicino confine del Katschberg induceva al contrabbando di diversi prodotti, soprattutto del sale. Si racconta che i giovani si riunissero appositamente alla casa Mühlbacher e danzassero con gli ufficiali francesi per distrarli, mentre i contadini contrabbandavano sale, tabacco e foraggio dalle montagne Saraberg e Adenberg nella valle del Katschtal.
Le cronache familiari delle famiglie del Katschtal testimoniano i costi che causò l’occupazione francese:
I francesi vennero per la prima volta l’8 Aprile 1797 alle ore 14.
La seconda volta vennero il 3 gennaio 1801.
La terza volta il 22 febbraio 1805.
La quarta volta il 2 giugno 1809.
Nel 1797, dal 6 aprile al 30 aprile abbiamo subito perdite considerevoli a causa dei francesi; il danno ammonta a 246 Gulden e 7 Kreuzer.
Perdite nel 1801 dal 3 gennaio al 23 marzo, arrotondate per difetto a 794 Gulden 32 Kreuzer.
Nel 1805 non venne riportato per iscritto ciò che causarono i francesi.
Il 19 agosto 1813 le truppe austriache vennero nel primo pomeriggio e causarono danni per 370 Gulden.
Antica canzone del periodo francese
Nel 1810 c’erano molti francesi
m’hanno preso e mostrato la vita stolta
Un cappotto bianco per la mia bella giacca
m’hanno preso, con uno zaino in spalla
e i pantaloni blu, sempre troppo poco
perché la tasca c’è, ma sempre vuota rimane.